Legge di Bilancio e Pnrr

Legge di Bilancio e Pnrr: cosa dobbiamo aspettarci

In Riqualificazione urbana by Redazione

La ripresa dell’attività politica, una volta riposti ombrelloni e sdraio, porta in dote al Governo (di qualsiasi sensibilità politica sia espressione) il vero nodo gordiano da sciogliere, storicamente fonte di tensioni fra alleati, ma anche facile megafono per la protesta delle opposizioni: la legge di bilancio.

Passaggio, spesso dai toni drammatici e financo epici, da approvare entro la fine dell’anno, che indica le modalità di spesa delle risorse pubbliche nei prossimi anni.

Al di là delle continue, e un po’ stucchevoli, polemiche alimentate dalla cronaca quotidiana, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è consapevole che, ora, la sorte del Governo passa dall’approvazione della Legge di bilancio, e non dall’incessante approdo dei barchini a Lampedusa.

Un tema sul quale, nonostante le risicate risorse, pare avere le idee chiare su come (e dove) indirizzare le scarse ricchezze.

Il proposito annunciato, infatti, è quello di «costruire una manovra incentrata sulle famiglie, sulla lotta alla denatalità e sui sostegni alle fasce deboli».

E ancora: «In merito alla prossima legge di bilancio, il nostro obiettivo è confermare il taglio del cuneo fiscale, che rappresenta un provvedimento concreto che arriva ogni mese nella busta paga dei lavoratori».[1]

Tuttavia, se gli intenti manifestati sono nobili, a preoccupare maggiormente, sono i numeri.

Qualche ritardo sul Pnrr (frutto anche dalla compilazione abborracciata dei progetti presentati in sede europea dal precedente governo), le risorse, come anticipato, contenute e, soprattutto la bomba Superbonus su cui siede Meloni, e che sarà compagnia sgradita, come vedremo, anche nei prossimi anni.

A questo scenario, di per sé non allegro, vanno aggiunte le manovre draconiane imposte dalla Bce che ostacolano e frenano gli investimenti sia da parte delle imprese, sia da parte delle famiglie.

Difficoltà che la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza, riassume ed evidenzia senza reticenze in questi punti: il Pil del 2024 crescerà solo dell’1,2%, con un indice ribassato rispetto alla stima determinata ad aprile, pari a un +1,5%, un debito per il 2024 è fissato al 140,1%, e un tasso di disoccupazione al 7,3%.

Il Nadef non dimentica, poi, i danni derivanti dall’attuazione del Superbonus, un provvedimento che grava sulle casse dello Stato per complessivi 140 miliardi euro.

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha spiegato in sede di presentazione del documento, che gli effetti sui conti pubblici del Superbonus peseranno per l’intera legislatura.

I vari bonus edilizi, infatti, comporteranno significativi incrementi del fabbisogno pubblico, circostanza che ridurrà gli spazi per finanziare aiuti in favore delle famiglie[2].

Eppure non mancano, nella selva oscura prodotta dalla cruda analisi dei dati, anche segnali di ottimismo.

La Nota, infatti, prevede che il saldo di finanza pubblica conseguito a fine periodo, abbinato all’attenuarsi dell’impatto negativo sul risultato di cassa dovuto al Superbonus, permetterà di ottenere una discesa molto più rapida del rapporto fra debito e Pil, con l’obiettivo annunciato di tornare ai livelli precedenti alla crisi, entro la fine del decennio.

Infine, arriviamo anche alle richieste dei ministeri.

Pur snellendo al massimo le rivendicazioni provenienti dai vari dicasteri, alla manovra servono oltre 30 miliardi.

Il solo taglio del cuneo fiscale chiede nove miliardi di euro, i passaggi iniziali della riforma fiscale quattro, per la sanità, al collasso, ne servono (stima ottimistica) almeno due, per le famiglie quattro, per lo status quo pensionistico altri due.

E almeno 10 per spese indifferibili, tassazione agevolata sui premi di produttività e fringe benefit, oltre ai rinnovi dei contratti del pubblico impiego.

Al momento le coperture non arrivano a 12 miliardi, all’appello mancano, dunque, fondi per circa 18 miliardi.

Auguri.

[1] Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 48, 28 Agosto 2023

[2] Sole24Ore.com, “Nadef: deficit al 4,3%, dote di 14 miliardi per la manovra. Giorgetti: nel 2024 al via delega con primo scaglione Irpef 23%”