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Hotellerie: in continua crescita il mercato del lusso

In Attualità, Hotellerie by Redazione

Italia, abbiamo un problema. Hotellerie

Prendendo (malamente) in prestito una delle frasi più iconiche dell’esplorazione spaziale, risulta più facile spiegare come il Belpaese stia vivendo una fase decisamente complicata a causa della morsa causata dall’inflazione.

A farne le spese pare, soprattutto, uno dei settori trainanti della nostra economia: il turismo.

Le stime sui prezzi, per l’anno in corso, registrano, infatti, un’impennata pari all’8,9% rispetto all’anno precedente, con un differenziale inflazionistico del +3,3%.

Un valore financo peggiore se paragonato al dato dell’inflazione utilizzato per il calcolo Istat (fermo al 5,6%).

A lanciare l’allarme è il recentissimo studio dell’Istituto Demoskopika, che ha analizzato l’andamento dei prezzi individuando un “paniere turistico” di beni e servizi comprendenti alcune voci di spesa della classificazione internazionale Ecoicop: servizi di trasporto, servizi ricreativi e culturali, servizi ricettivi e di ristorazione.

Quest’anno, a pesare principalmente sulle tasche dei cittadini pronti a partire per le vacanze, sono soprattutto alcune voci strettamente legate alle ferie: trasporto aereo (+23,5%), i pacchetti vacanza (+17,7%) e i servizi di alloggio (+12,8%).

Si tratta, secondo l’indagine, di aumenti più consistenti se paragonati a quelli rilevati nel “paniere” di paesi concorrenti quali Francia, Grecia e Spagna.

Quali i fattori?

Inflazione: Come anticipato, l’inflazione è il nemico da contenere. D’altro canto, proprio durante i periodi d’inflazione, i costi delle merci e dei servizi aumentano. Circostanza che implica una fisiologica maggiorazione dei prezzi da parte delle imprese del comparto turistico, come hotel, ristoranti, agenzie di viaggio, compagnie aeree e attività dell’indotto.

Incremento delle presenze turistiche: Non è un mistero che la grave crisi pandemica, legata al Covid-19, abbia colpito maggiore violenza proprio il settore turistico-ricettivo.

Oggi le persone, liberate dal giogo della paura, sono tornate liberamente a viaggiare, e a godersi momenti di distrazione dopo un lungo periodo di imposte restrizioni.

Paradossalmente, però, la crescita delle presenze turistiche espone le strutture ricettive, i servizi di ristorazione, e le attrazioni turistiche, a una forte pressione che implica, appunto, un aumento dei costi per mantenere redditizi gli “affari”.

Carenza di personale: La difficoltà nel reclutare personale, in special modo quello qualificato, soprattutto nei periodi di alta stagione, è un altro fattore che il report evidenzia come fattore decisivo per l’aumento dei prezzi. La carenza di “stagionali”, infatti, può portare ad un aumento dei costi per attirare e trattenere i lavoratori qualificati, ingolositi, per esempio, dalla possibilità di ricevere stipendi più sostanziosi e altri benefici economici.

Tuttavia, il report, mostra attraverso la sua mappatura, solo una faccia della medaglia, perché esiste un mercato del turismo, quello del lusso, che non sembra risentire particolarmente dell’onda inflattiva. Hotellerie

Anzi, il 2023, a sentire gli esperti, si prospetta come la stagione della svolta.

Almeno, secondo le parole di Aldo Melpignano, vicepresidente di Altagamma, secondo cui il 2023 “sarà il tanto atteso anno dei record, con risultati che supereranno di gran lunga quelli del 2019”.[1]

Qui, però, è necessario fermarsi per fare una riflessione più approfondita.

Perché, pur con un peso ridotto in termini di presenza, gli alberghi di lusso generano un fatturato superiore ai 4 miliardi euro, una cifra che, da sola, rappresenta quasi il 20% dei ricavi dell’intera hotellerie italiana.

Si tratta di valori tutt’altro che irrilevanti per un mercato in continua espansione.

Una tendenza confermata, peraltro, anche in occasione della “Luxury Hospitality Conference” che prevede un vivace sviluppo del settore, nel biennio 2023-25, con una sessantina di strutture lusso in più.

Secondo le previsioni, gli alberghi a 5 stelle dovrebbero salire dagli attuali 682 a 702 nel 2024, fino a toccare la soglia dei 712 alla fine del 2025.

Proprio nel solco tracciato dalla conferenza, s’inserisce anche la politica di Crt Group, sempre più attenta a questo segmento di mercato, come attestato da importanti interventi di riqualificazione nel campo dell’hotellerie di lusso.

Uno fra tutti, quale, il “Royal Hotel” di Sanremo.

Una sintesi, come già indicato recentemente, di bellezza e comfort.

Uno spazio in cui la clientela possa sentirsi ospite di una “boutique del bello”, da stupire attraverso l’estetica magia fornita dal design, e dalla cura dei servizi.

Luoghi privati, oppure conviviali, capaci d’indicare la via verso un soggiorno da sogno, da offrire a un pubblico sempre più esigente e selezionato.

[1] Guido Fontanelli, “Il 2023 sarà l’anno dei record stellari per l’hotellerie di lusso”, Panorama.it